Social Lending mania: nel futuro prestiti senza banche articolo di Francesco Tempesta Il successo del social lending (letteralmente prestito sociale), una nuova forma di credito al consumo tra privati, è talmente travolgente che c’è già chi come Andy Haldane, il direttore esecutivo della Banca d'Inghilterra, prevede che in futuro sostituiranno completamente i prestiti bancari. Complice la crisi economica, sempre più persone si affidano ai cosiddetti prestiti peer-to-peer nella speranza di ottenere con più facilità il credito del quale hanno bisogno e tassi d’interesse più vantaggiosi rispetto a quelli offerti dal mercato bancario. Sulla falsariga di Haldane, si muove anche il Financial Times, secondo cui il fenomeno è estremamente innovativo rispetto a forme di credito al consumo più classiche e tradizionali, perché sfrutta i due trend più recenti dell'industria finanziaria: la disintermediazione bancaria e il ricorso al canale web. La disintermediazione bancaria è possibile grazie a società specializzate, che, attraverso un portale web, favoriscono l'incontro fra domanda e offerta di privati, ovvero fra prestatori e persone bisognose di liquidità per realizzare prestiti on line. In questo modo è possibile risparmiare sui costi d’intermediazione (che sono inevitabilmente presenti nelle forme di credito bancario) e ottenere tassi d’interesse estremamente vantaggiosi. Il social lending è nato nel 2005 in Inghilterra, un Paese che è notoriamente privo di una tradizione mutualistica. Nel 2006 il modello dei prestiti peer-to-peer è sbarcato nel Nuovo Continente e successivamente anche in Cina, dove al momento si contano circa 100 siti specializzati in questa forma di credito al consumo. In Italia il social lending si è diffuso più tardivamente rispetto ad altri Paesi, ma è già diventato un fenomeno di successo. La società “made in Italy” più nota nel campo del social lending è sicuramente Prestiamoci, una community on line nata nel gennaio del 2010, che vanta fra i suoi investitori anche la tedesca Smava e Banca Sella. Altri portali internet, che operano sul mercato italiano, favorendo l’incontro fra domanda e offerta di prestiti personali, sono Smartika e Boober. Malgrado i numerosi benefici, già peraltro ampiamente discussi, vi sono alcuni aspetti che meritano di essere approfonditi. Innanzitutto è opportuno sottolineare che si tratta di un finanziamento piuttosto rischioso. L’affidabilità creditizia di ogni richiedente è valutata con un rating espresso con una o più lettere (per esempio AAA AB, B, C, ecc.). Il meccanismo di funzionamento è piuttosto semplice e intuitivo: i clienti con un basso rating si vedono applicare tassi d’interesse più elevati, mentre, invece, quelli con un alto rating hanno interessi meno onerosi da pagare. L’erogazione del finanziamento non è soggetta alla richiesta di particolari garanzie se non alla valutazione dell’affidabilità creditizia del soggetto richiedente. Consapevoli di questa “debolezza” propria del social lending, alcune società hanno adottato appositi strumenti di sicurezza per evitare il rischio insolvenza e, in caso di mancato pagamento della rata, attivano in tempi più che rapidi programmi di recupero crediti.