La Sharing economy riporta la persona al centro del sistema economico, estendendo l’idea di condivisione oltre la cerchia delle nostre conoscenze.
Il concetto di condivisione non è un concetto nuovo, da sempre abbiamo condiviso spazi con i nostri vicini o vestiti con i nostri fratelli e amici. Oggi questo principio ha assunto una nuova connotazione: prima di tutto internazionalizzandosi, grazie al termine sharing, e soprattutto ampliando i confini del suo significato, ad una condivisione di più ampio raggio, con mezzi e persone aldilà della cerchia a noi comune.
La nuova Sharing economy: tecnologia al servizio delle persone
Questa è essenzialmente la nuova sharing economy, nata grazie alla creazione di piattaforme digitali che soddisfano questa esigenza, ha diffuso un senso di fiducia e di scambio in tutto il mondo.
Come fare sharing economy nel 2019
Iniziamo con una considerazione: la Sharing Economy è un fenomeno relativamente recente ma già consolidato. Oggi le cose che maggiormente si condividono sono Beni come la macchina, la casa e non ultimo il denaro.
Un ottimo esempio di condivisione è il carpooling che ha permesso non solo di tagliare i costi dei trasporti di moltissimi pendolari, ma anche di abbassare il livello di inquinamento delle grandi città. Il settore dei trasporti è infatti uno dei maggiori produttori di emissioni di gas serra (42%) quindi quello con il più alto potenziale da ridurre.
Applicazioni come Blabla car (che ha oltre 40 milioni di membri in tutto il mondo) e Waze Carpool sfruttano la capacità in eccesso di un’auto, cioè i sedili passeggeri non utilizzati. Queste app mettono in contatto gli utenti che hanno bisogno di un passaggio con quelli che invece un passaggio lo offrono.
Una lettura del mondo economico molto diversa da quella canonica. Oltre a garantire il risparmio e un uso migliore delle risorse infatti, la sharing economy è contraddistinta da una maggiore consapevolezza del mondo che ci circonda, della necessità di preservarlo e in generale della necessità di migliorare la qualità della nostra vita e del mondo che ci circonda.
L’economia collaborativa si basa sul risparmio e su un migliore uso delle risorse
Il principio alla base delle applicazioni è lo scarso utilizzo di determinate risorse che vengono sfruttate in minima percentuale rispetto alle loro effettive capacità. La macchina per esempio viene sfruttata solo al 5% della sua capacità, ed ecco che allora Turo o Getaround permettono di affittarle per qualunque tipo di necessità.
Piattaforme o app come ParkEasy e ParkIt aiutano i proprietari di auto esistenti a condividere spazi di parcheggio a disposizione di chi ne ha bisogno, sfruttando in tal modo le risorse disponibili per risolvere i problemi di parcheggio e migliorare la vita della città.
Lo stesso dicasi per la casa, grazie alla nascita nel 2007 di Airbnb: un’idea di due ragazzi Brian Chesky e Joe Gebbia, che hanno messo a disposizione un divano della loro casa ad alcuni turisti, intravedendo la possibilità di guadagnare un po’ di soldi extra. Da qui è nata una vera e propria alternativa agli alberghi e ai Bed and Breakfast diminuendo nettamente le emissioni di anidride carbonica.
Secondo studi scientifici infatti, queste diminuiscono con l’ampliamento dei componenti di una famiglia, perché non duplicano le attività quotidiane che influiscono negativamente sul clima. Affittando dunque una stanza della propria casa, mentre anche i proprietari vi alloggiano oltre ad aumentare le interazioni personali e a favorire gli scambi culturali, si permette ai più di tagliare i costi e dare una mano all’ambiente.
La Sharing Economy coinvolge tutti gli aspetti della vita
Grazie a Peerby si possono invece condividere oggetti di uso comune, per esempio gli attrezzi per il giardinaggio, mentre grazie ad applicazioni come Rent the Runway e StyleLend, allo stesso modo, si possono noleggiare abiti firmati invece di comprarli.
Prendendo in prestito invece di acquistare si riduce potenzialmente la nostra impronta di carbonio con cui si intende la somma totale delle emissioni di anidride carbonica (CO2) ed altri gas serra (come metano, protossido di azoto, ecc.) associate ad un prodotto lungo l’intera catena di fornitura.
Quindi definendo la sharing economy come la condivisione tra privati e sulla messa a disposizione di beni e servizi all’interno del fenomeno generale rientra la cosiddetta economia peer-to-peer (P2P) che consiste nel diretto finanziamento da parte di risparmiatori privati a loro pari o piccole imprese, permettendo a chi offre denaro di accedere ad ambiti di diversificazione del portafoglio altrimenti preclusi e consentendo a chi riceve denaro di adire ai fondi necessari per lo sviluppo di un progetto personale altrimenti non realizzabile. Un modello interessante anche per chi vuole investire oggi in un modo diverso, più consapevole e più in linea con il trend della sharing economy.
Sharing Economy: Italia all’avanguardia nel Peer to Peer lending
Abbiamo visto come la Sharing Economy coinvolga qualsiasi aspetto della nostra vita. Non ultima, la possibilità di disporre di denaro, grazie alle piattaforme di Social Lending. Che in Italia è riconosciuto e normato già dal 2016.
Infatti con l’emanazione nel novembre 2016 delle “Disposizioni in materia di raccolta del risparmio da parte dei soggetti diversi dalle banche”, e con la loro successiva entrata in vigore a partire dal 1 gennaio 2017, la Banca d’Italia ha definito il social lending come “lo strumento attraverso cui una pluralità di soggetti può richiedere a una pluralità di potenziali finanziatori, tramite piattaforme online, fondi rimborsabili per uso personale o per finanziare un progetto”.
Per citare la rubrica realizzata da Rödl & Partner: “l’operatività dei gestori dei portali di social lending, nonché dei soggetti che prestano o raccolgono fondi tramite tali portali, è dunque ora consentita nel rispetto delle norme che regolano l’attività bancaria e quelle di raccolta del risparmio presso il pubblico, di concessione di credito nei confronti del pubblico, di mediazione creditizia, e di prestazione dei servizi di pagamento”.
Questi solo alcuni esempi di un’economia in continua evoluzione che amplia i nostri orizzonti, migliorando in qualche modo anche la nostra filosofia di vita, ovviamente da condividere.