Il Peer to Peer lending è una forma di investimento che piace ai giovani: è smart, immediata, flessibile e permette anche investimenti contenuti.
Il rapporto fra i giovani e la finanza personale negli ultimi vent’anni è cambiato molto più rapidamente rispetto al passato. Se un tempo l’idea era semplicemente di mettere da parte il denaro per i momenti difficili, oggi sempre più giovani si decidono ad avere un ruolo più attivo, movimentando i loro capitali fin da subito. E non stupisce che la scelta di molti ricada proprio sul peer to peer lending.
Le piattaforme che si basano sul principio del crowdfunding, o sul peer to peer lending vero e proprio permettono l’incontro fra persone. Chi ha qualche disponibilità può diventare prestatore, e decidere su chi investire. Una forma di gestione diretta che piace a chi ha imparato a non affidarsi troppo alle forme di investimento tradizionali. Investire oggi nel social lending significa essere protagonisti della propria storia economica, ma non solo. Vediamo alcune delle ragioni per cui i giovani preferiscono questo tipo di investimento.
I giovani preferiscono investire senza intermediari
I giovani di oggi sono cresciuti durante o subito dopo la crisi finanziaria del 2007 / 2008, che ha avuto fra i principali protagonisti grandi gruppi bancari. Per questo tendenzialmente sono meno propensi a farsi consigliare negli investimenti da banche, istituti di credito e in generale da chi propone investimenti di tipo “tradizionale”. Chi fra i giovani decide di investire oggi preferisce le formule che percepisce come alternative al sistema che ha generato la crisi.
Il Peer to Peer Lending si basa sulla tecnologia
Anche se sembra quasi un luogo comune, il rapporto fra giovani e tecnologia è ottimo. Per questo propendono per le soluzioni che possono essere gestite attraverso sistemi come il computer e soprattutto lo smartphone o il tablet.
Il sistema bancario tradizionale, soprattutto in Italia ha ancora molte rigidità che rendono l’uso della tecnologia più laborioso.
Il social Lending supera questo problema, basandosi interamente sull’infrastruttura tecnologica, secondo le logiche di quella che viene chiamata fintech. Insomma, i nativi digitali prediligono gli investimenti con una forte componente digital
I giovani preferiscono le cose semplici
Non è un mistero che la soglia di attenzione delle persone si stia abbassando, e questo vale in particolare per i giovani. Le operazioni devono essere immediate, chiare, richiedere pochi click o pochi tocchi dello schermo.
Tipicamente le piattaforme di peer to peer Lending (come il mercato secondario di Prestiamoci) rispondono perfettamente a questa esigenza. In pochi minuti, anche in mobilità, possiamo vedere lo stato dei nostri investimenti, modificarli e gestirli.
Diversificare è facile
Se c’è una cosa che i giovani hanno capito perfettamente è che il nostro è un mondo che si muove alla velocità della luce. E se un tempo i risparmiatori e i piccoli investitori preferivano le formule “lunghe” decenni, oggi un buon investimento può durare anche pochi giorni.
Le piattaforme di Peer to Peer lending come Prestiamoci rispondono perfettamente a questa esigenza. Nel giro di pochi minuti è possibile modificare l’investimento, gestirlo, e fare ogni tipo di movimento. In un mondo fluido, anche le formule di investimento devono esserlo.