“Dove vai bellezza in bicicletta”: il 2019 è l’Anno del Turismo Lento.

Tabella dei Contenuti

Il 2019 è l’anno del Turismo Lento. Un nuovo modo di conoscere il territorio più consapevole e sostenibile, che in Italia è fortemente supportato anche dalle istituzioni.

Gli spostamenti internazionali per turismo cresceranno dal 3% al 4% nel 2019, in linea con i trend di crescita storici, questo in base a quanto sostenuto dal rapporto dell’UNWTO (Organizzazione mondiale del turismo) secondo le tendenze attuali, le prospettive economiche e del confidence index che è l’indice economico che misura l’ottimismo dei consumatori espresso attraverso le loro scelte e le loro attività di risparmio e di spesa.

Il turismo 2019, fra grandi spostamenti e la riscoperta del territorio.

Come linea generale, la stabilità dei prezzi del carburante tenderà a tradursi in viaggi aerei a prezzi accessibili, mentre la connettività aerea continuerà a migliorare in molte destinazioni, facilitando la diversificazione dei mercati di origine.  
Le tendenze mostrano anche forti viaggi in uscita dai mercati emergenti, in particolare India e Russia, ma anche da mercati asiatici e arabi minori. 

Allo stesso tempo, il rallentamento economico globale, l’incertezza legata alla Brexit, nonché le tensioni geopolitiche e commerciali potrebbero spingere ad un atteggiamento di “attesa ” tra investitori e viaggiatori. 

Complessivamente, si prevede che il 2019 vedrà il consolidamento tra i consumatori di tendenze emergenti come la ricerca di viaggi legati ad una ricerca del cambiamento ed il perseguimento di opzioni salutari come il camminare, il benessere ed il turismo sportivo, i “viaggi multigenerazionali” come risultato di cambiamenti demografici e di viaggi più responsabili. 

Insomma, anche il turismo diventa sempre più responsabile, consapevole ed etico, in linea con quanto avviene in tutto il mondo. C’è un grande cambiamento in atto, verso una maggiore consapevolezza, che coinvolge ogni settore, dalla vita privata, all’imprenditoria, all’economia.

Secondo il segretario Generale di UNWTO, Zurab Pololikashvili: “La digitalizzazione, i nuovi modelli di business, i viaggi più accessibili e i cambiamenti sociali dovrebbero continuare a plasmare questo settore, quindi sia la destinazione che le aziende dovranno adattarsi per poter rimanere competitivi“. 

Il Turismo Lento in un mondo che cambia

Secondo il 22° Rapporto sul Turismo presentato alla Borsa Internazionale del Turismo, nel nostro Paese le presenze dei turisti stranieri hanno superato quelle degli italiani; per il ministro Gian Marco Centinaio ciò sta a significare che “il marchio Italia vale di più”.
Le capofila saranno come sempre le città d’arte, Venezia, Firenze, Roma, Milano e Verona, confermando i dati relativi alla spesa, secondo i quali oltre la metà di quanto spendono i villeggianti in Italia finirà nelle casse delle strutture ricettive di sole cinque regioni, nell’ordine: Lombardia (13,6%), Lazio (11,4%), Toscana (11,3%), Veneto (11,3%) ed Emilia Romagna (10,2%).  
Vi sarà anche un lieve aumento della durata media del soggiorno, che passerà da 2,95 a 3,6 giorni di permanenza sul territorio. 

Il Sud Italia verso la ripresa?

Il dato preoccupanteè l’assenza totale nelle prime posizioni della località del Sud. Ma la speranza, per il 2019, sempre secondo il Rapporto, è che Matera Capitale Europea della Cultura possa fare da traino un po’ per tutte le città del Meridione. 

Il Turismo Lento è una novità di grande potenziale

In realtà si apre quest’anno un nuovo scenario nel nostro paese, infatti se il 2016 è stato l’Anno nazionale dei cammini, il 2017 quello dei borghi e il 2018 quello del cibo italiano, il 2019 è l’anno del turismo lento.  
Si tratta di un turismo sostenibile, rispettoso dei territori e dell’ambiente, per l’UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) “dedicato a chi vuole viaggiare in Italia a passo lento”. 

Turismo Lento, in Italia esiste una regolamentazione

Il turismo lento è inquadrato dall’articolo 6 della legge 158 del 2017, la stessa legge che tutela i piccoli comuni e li invita ad “acquisire stazioni ferroviarie disabilitate o case cantoniere della società ANAS Spa, […] per destinarle, anche attraverso la concessione in comodato a favore di organizzazioni di volontariato, a presidi di protezione civile e salvaguardia del territorio ovvero a sedi di promozione dei prodotti tipici locali o ad altre attività di interesse comunale”. 

Inoltre “al fine di incrementare l’offerta turistica nel rispetto del principio della sostenibilità, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in collaborazione con la società Ferrovie dello Stato Spa e con le aziende di trasporto regionali […] promuove, nei piccoli comuni, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, la realizzazione di circuiti e itinerari turistico-culturali ed enogastronomici, volti alla rinnovata fruizione dei percorsi connessi alla rete ferroviaria storica”.

Non è necessario quindi spostarsi solo a piedi: Turismo lento significa anche treni.  
Esiste da qualche anno un Atlante delle ferrovie dismesse e di quelle storiche, che racconta i dintorni delle stesse, indicando i posti dove poter alloggiare, Bed and Breakfast, fattorie didattiche, alberghi diffusi, le piste ciclabili dei dintorni, il turismo fluviale, il birdwatching e le ippovie. L’invito, insomma, è quello di abbracciare la corrente del cambiamento anche nel turismo, preferendo strutture attente al risparmio energetico e al proprio impatto ambientale, scoprendo cibi a chilometro zero e in generale il consumo responsabile e consapevole.
Tutto ciò favorendo ovviamente un risparmio notevole di carburante ed alleviando l’impatto ambientale. 

Il Turismo Lento è consapevolezza, riscoperta ed ecologia

Grazie al recupero di questi tragitti dismessi sono nate per esempio, la Transiberiana d’Italia, la linea ferroviaria nel cuore dell’Abruzzo e del Molise che attraversa montagne e strette gole dei Parchi Nazionali e delle Riserve Naturali, e la Ferrovia dei Templi, tra Agrigento Bassa e Porto Empedocle, che attraverso rotaie ottocentesche costeggia un meraviglioso parco archeologico rispettandone la naturalità.

Fonte immagine: facebook.com/FondazioneFsItaliane/

Questo tipo di Turismo nasce dunque in un’ottica completamente nuova, volta alla scoperta di territori un tempo ameni, favorendone il rilancio nel rispetto della bellezza e delle tradizioni.  

Valori che, oltre a fare bene al turismo locale italiano, anche al di fuori delle grandi rotte, sono l’ennesimo riflesso del cambiamento in atto. La crescita prevista nei prossimi anni di questi flussi turistici ci racconta un futuro diverso e positivo, nonchè un’apertura verso mercati alternativi.

Cos'è il merito creditizio?

Per erogare Prestiti “su misura” Prestiamoci valuta il profilo di rischio del Richiedente prima di proporre il prestito.
In seguito alla valutazione viene assegnata una Classe di merito creditizio (da “A – Eccellente” a “G – Sufficiente”) ad ogni Richiedente.
La classe di appartenenza determina il tasso di interesse a cui può aspirare il Richiedente.

Le nostre classi di merito sono:​
A EccellenteTAN fisso al6.75%
B Molto AltoTAN fisso al7.75%
C AltoTAN fisso al8.45%
D BuonoTAN fisso al9.15%
E MedioTAN fisso al9.75%
F AdeguatoTAN fisso al10.45%
G SufficienteTAN fisso al11.55%

 

Come avviene la valutazione?

La valutazione e l’offerta conseguente vengono effettuate da Prestiamoci in tempo reale con il completamento online della domanda di finanziamento. Per svolgere questa analisi Prestiamoci utilizza algoritmi che elaborano le informazioni fornite del Richiedente e interrogano basi dati esterne.

Domande frequenti - FAQ

Prestiamoci si pone l’obiettivo di promuovere il più possibile lo scambio di denaro tra privati, senza l’intermediazione di banche o altri istituti di credito. Questa caratteristica consente a Prestiamoci di distribuire ai Prestatori ed ai Richiedenti il guadagno che spetterebbe alla Banca. In questo modo i Prestatori possono ottenere un guadagno maggiore con tassi di interesse più elevati, mentre i Richiedenti possono accedere ad un finanziamento con costi inferiori. I costi di gestione vengono ridotti al minimo grazie all’operatività online e alla disintermediazione della banca, che viene quindi ricondotta al ruolo originario di cassaforte.

PRESTIAMOCI SpA – con sede legale in Foro Buonaparte 12, 20121 Milano (MI) – è la società finanziaria regolamentata dall’articolo 106 del Testo Unico Bancario, titolare del sito internet www.prestiamoci.it. Prestiamoci si pone l’obiettivo di promuovere il prestito tra persone all’interno di una community in cui si incontrano soggetti che presentano progetti da finanziare (Richiedenti) e soggetti che intendono investire parte delle proprie disponibilità in progetti che condividono (Prestatori).

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Prestiamoci opera una selezione dei Richiedenti portando sul Marketplace solamente coloro che sono meritevoli di credito, assegnando nel modo più trasparente possibile, e sulla base delle informazioni a disposizione, il più corretto livello di rischio. In questo modo Prestatori possano operare investimenti informati e consapevoli. Nel caso di Richiedenti finanziati, Prestiamoci gestisce l’incasso delle rate e governa tutti i conti di regolamento fra Richiedenti finanziati e Prestatori. Si occupa inoltre della gestione delle attività di recupero crediti nel caso in cui un Richiedente finanziato si trovi in difficoltà. Prestiamoci mette a disposizione per tutti i Prestatori informazioni dettagliate sulla loro posizione di investimento, sul rendimento al lordo e al netto delle perdite su crediti. Prestiamoci infine partecipa al finanziamento di ogni progetto ammesso al Marketplace con una sua quota.

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Il funzionamento del Marketplace è basato su due logiche di lavoro.

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Le due logiche sono complementari tra di loro e lavorano simultaneamente con l’obiettivo di minimizzare il tempo di non utilizzo degli importi messi a disposizione del Marketplace da parte dei Prestatori, massimizzando il più alto numero possibile di abbinamenti con altrettante Richieste di Prestito esistenti sul Marketplace stesso.

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