Tre domande per conoscere.
Riceviamo dalle persone interessate al Social Lending e dai Clienti domande relative ai prestiti fra privati e in tema di tutela del cliente.
Abbiamo quindi selezionato questi tre quesiti, che ricorrono più frequentemente:
E’ permesso ad un qualsiasi individuo concedere un prestito ad altre persone?
E’ lecita la provenienza del denaro ricevuto nel prestito fra privati?
Può un prestatore sapere a chi presta il denaro nel Social Lending?
E abbiamo chiesto di rispondere a due esperti della materia, l’avvocato Marco Rizzo e l’avv. Francesca Andrea Cantone, dello Studio Legale Bernascone e Soci. Marco e Francesca hanno una significativa esperienza in materia di diritto bancario e finanziario, supportano quotidianamente intermediari finanziari in ambito regolamentare e commerciale, come pure forniscono assistenza a realtà finanziarie operanti on-line.
Siamo lieti di ospitare qui il loro contributo.
1. E’ permesso ad un qualsiasi individuo concedere un prestito ad altre persone?
Avv. Marco Rizzo – Avv. Francesca Andrea Cantone:
“Certamente. L’attività di prestito del denaro – sia essa a fronte del percepimento di un interesse o per mero spirito di solidarietà – può essere svolta da chiunque, come avviene comunemente nel caso di prestiti a familiari o amici, purché tale attività non acquisti carattere professionale e non sia effettuata in forma organizzata.
In tali ultimi casi, infatti, la legge richiede che il soggetto finanziatore costituisca una società di capitali e ottenga, dalla Banca d’Italia, l’autorizzazione a svolgere detta attività, esattamente come è avvenuto per Agata S.p.A., società finanziaria titolare della piattaforma PRESTIAMOCI.
Chiunque può quindi concedere prestiti, a patto che detta attività non acquisti carattere di professionalità, vale a dire non venga svolta attività di marketing per la ricerca della domanda, non sia valutata professionalmente la richiesta, non venga valutato il merito di credito e deciso il tasso di interesse e non vi sia gestione del credito da parte del privato nella fase successiva di incasso delle rate.
PRESTIAMOCI, in qualità di soggetto autorizzato, svolge invece tutte queste attività e mette tali strumenti a disposizione della propria clientela affinché i Prestatori possano finanziare i Richiedenti.
Inoltre, ad ulteriore conferma che il Prestatore non svolge un’attività professionale di soggetto concedente il credito nel modello Social Lending, deve essere osservato che il singolo prestatore non è mai il finanziatore unico di un richiedente, ma concorre a finanziare un prestito per una frazione di esso.
Pertanto, non si ha mai un rapporto diretto fra soggetto finanziato e finanziatore, ma un rapporto anonimo fra tanti soggetti finanziatori e un finanziato”.
2. E’ lecita la provenienza del denaro ricevuto nel prestito fra privati?
Avv. Marco Rizzo – Avv. Francesca Andrea Cantone:
“Il denaro oggetto del prestito è sottoposto a tutti i controlli previsti dalla normativa di settore al fine di prevenire illeciti ed evitare di incorrere in qualsiasi violazione di legge.
Il denaro che riceve il richiedente non è altro che la somma delle quote prelevate da una molteplicità di prestatori, ognuno dei quali viene sottoposto alle verifiche di legge (tra cui il D. Lgs. n. 231/2007), che sono le medesime richieste alle banche per la profilatura della loro clientela, per quanto attiene, tra l’altro, alla prevenzione del riciclaggio del denaro investito nella piattaforma.
Per questo la provenienza del denaro è controllata e il sistema è sicuro: infatti, gli operatori di Social Lending effettuano le attività di verifica necessarie e in particolare l’identificazione di chi versa e il tracciamento della provenienza del denaro versato”.
3. Può un prestatore sapere a chi presta il denaro nel Social Lending?
Avv. Marco Rizzo – Avv. Francesca Andrea Cantone:
“PRESTIAMOCI opera attraverso il meccanismo del Social Lending, nel quale viene mantenuta la privacy del soggetto finanziato rispetto a chi lo finanzia e viceversa.
La piattaforma evita che possa instaurarsi qualunque tipo di collegamento fra il finanziatore e il finanziato, anche al fine di limitare ogni possibilità di incorrere nell’esercizio dell’attività professionale di cui si è parlato.
Così facendo, PRESTIAMOCI evita anche che possano essere intraprese autonomamente azioni finalizzate al recupero del credito concesso. Qualora si verificasse la necessità di provvedere ad un recupero forzoso del credito, come previsto dal contratto tra il prestatore e Agata S.p.A., sarà quest’ultima ad agire in nome e per conto di tutti i prestatori, operando nel rispetto della deontologia e delle direttive di Banca d’Italia, attraverso gli strumenti che l’Ordinamento giuridico pone a tutela dei creditori”.
Ringraziamo gli avvocati per il loro contributo.
Abbiamo affrontato i temi più ricorrenti per mettere a disposizione degli utenti della piattaforma di PRESTIAMOCI queste informazioni.
Il dialogo avviato potrà avere un seguito, in futuro, in cui faremo affidamento alla competenza dell’esperto per ulteriori approfondimenti richiesti dai nostri clienti.
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