L’inaugurazione del Fintech Disctrict di Milano è stata un’occasione importante per Prestiamoci. Raccontiamo l’evento ai nostri Prestatori
Si è svolta il 26 settembre scorso a Milano l’inaugurazione del Fintech District. Questo nuovo distretto finanziario è la prima area urbana italiana adibita all’operatività delle aziende più avanzate del settore finanziario, tra cui PRESTIAMOCI. Al suo interno riunisce fintech startup, istituzioni finanziarie, investitori e università, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’industria finanziaria del futuro e la crescita delle aziende del settore.
E’ stato un rilevante evento per Prestiamoci e riteniamo importante presentarlo e descriverlo ai nostri Prestatori.
Il Fintech District
Il Fintech District ha sede nel nuovo Palazzo S32 (via Filippo Sassetti 32, di fronte al palazzo Lombardia). È un hub in cui i principali operatori fintech italiani hanno la possibilità di lavorare insieme per favorire la nascita di collaborazioni industriali e commerciali, attrarre nuovi investimenti e dare impulso allo sviluppo dell’industria finanziaria, con particolare riferimento al mondo Fintech. Il nuovo distretto finanziario milanese nasce sulla traccia di altre esperienze a livello internazionale come Level39 a Londra o Station F a Parigi, quest’ultimo caratterizzato da una particolare inclinazione verso l’incubazione di fintech startup.
Il distretto è promosso da Sellalab, il polo d’innovazione del Gruppo Banca Sella, e da Copernico, la piattaforma di lavoro che promuove lo smart working, con il supporto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e del Comune di Milano.
Ad oggi hanno già aderito al Fintech District oltre trenta tra start-up e corporate, tra cui PRESTIAMOCI, che operano in diversi settori tra cui il crowdfunding, il p2p lending, l’anticipo delle fatture online, blockchain e cryptocurrencies, robo-advisor.
L’apertura del Fintech District evidenzia l’importanza e l’attenzione che il settore Fintech sta conquistando anche in Italia. Uno dei principali obiettivi del Fintech District, infatti, è proprio quello di far diventare l’Italia, Milano e S32, poli di eccellenza e innovazione.
Le Istituzioni e il Fintech
All’inaugurazione del Fintech District hanno partecipato il Ministro Pier Carlo Padoan, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia Fabio Panetta, il Vice Direttore Generale della Consob Giuseppe D’Agostino e l’On. Sebastiano Barbanti.
Tra gli operatori erano presenti, oltre ai rappresentanti del Gruppo Banca Sella, anche i nuovi player del mercato quali PRESTIAMOCI, Credimi, Moneyfarm, Satispay, Alipay e altre interessanti realtà di settore.
Il Ministro Pier Carlo PADOAN ha commentato che:
«Un adeguato sviluppo del FinTech è elemento di crescita e anche di modernizzazione del settore finanziario del Paese a vantaggio di imprese e cittadini. Il settore presenta ampi margini di sviluppo e opportunità da cogliere per la creazione di valore e di nuova occupazione. Il Fintech District, un ambiente dinamico, efficiente e ricco di risorse qualificate, ben risponde alle esigenze delle start up e delle piccole e medie imprese innovative del comparto.»
Per Giuseppe SALA, Sindaco di Milano: «l’apertura del Fintech District è il segno tangibile della capacità di Milano di costruire il proprio futuro abbracciando i cambiamenti in atto nell’economia globale e di rispondere alle esigenze degli operatori più sofisticati.».
Fabio PANETTA, Vice Direttore Generale di Banca d’Italia, qui il suo intervento – ha sottolineato come il Fintech District: “rappresenta un’iniziativa importante per lo sviluppo del nostro settore finanziario e per il rafforzamento di Milano quale centro di innovazione italiano ed europeo. [….]. La Banca d’Italia, nell’ambito delle sue funzioni istituzionali, contribuisce a creare un ambiente favorevole allo sviluppo di modalità innovative di produzione e distribuzione di servizi finanziari e di finanziamento dell’economia reale”. Inoltre ha annunciato che nei prossimi giorni:
“Banca d’Italia darà avvio al Canale Fintech, uno spazio dedicato a queste tematiche i cui riferimenti saranno pubblicati sul nostro sito istituzionale. Il Canale rafforzerà il confronto con gli operatori di mercato, rendendo disponibile un percorso facilmente accessibile e un contesto proattivo, in grado di favorire il processo di innovazione nel nostro Paese. Esso rappresenterà il punto di contatto dell’Istituto per indirizzare le imprese che intendono offrire servizi o prodotti innovativi nel mercato nazionale.”
Il Vice Direttore Generale di Consob, Giuseppe D’AGOSTINO, ha evidenziato che l’Authority sta lavorando con 12 università per verificare se la struttura normativa in tema di fintech sia in Italia in linea con quella prevalente a livello europeo o se ci siano dei correttivi da introdurre. L’analisi sarà pronta a fine anno e sarà presentata a inizio 2018.
Peraltro proprio questo è lo spirito che ha mosso la Commissione Finanze della Camera a intraprendere un’indagine conoscitiva sul Fintech in Italia, partita nella seconda metà del mese di settembre 2017 e tuttora in corso, su iniziativa dell’Onorevole Sebastiano BARBANTI, a sua volta presente al Fintech District.
L’indagine si propone, infatti, di acquisire conoscenze del settore, del suo impatto sull’ecosistema finanziario-bancario nonché degli interventi normativi da realizzare per tutelare i risparmiatori, ridurre i rischi sistemici, creare un contesto favorevole per l’ingresso di nuovi capitali dall’estero e favorire lo sviluppo del settore, anche e soprattutto nel campo dei prestiti fra privati. (alcuni segnali nei mesi successivi ci sono in effetti stati, per esempio con l’introduzione della ritenuta fissa per il P2P Lending).
I player italiani del Fintech
Terminata la parte istituzionale, la giornata è proseguita con Tavole Rotonde e presentazioni dei principali player: un modo per dare concretezza e visibilità a chi è già partito con servizi a contenuto finanziario-tecnologico.
Alla Tavola Rotonda “Open floor per il Fintech italiano” ha partecipato Daniele LORO. L’Amministratore Delegato di PRESTIAMOCI, ha sottolineato come la vera innovazione del Fintech non sta unicamente nelle tecnologie che si utilizzano e che si sono sviluppate, ma anche nel modo con cui queste tecnologie aiutano a sviluppare un modello che riesca ad eliminare le inefficienze del passato ed a rendere fruibile un servizio necessario per i risparmiatori.
Tutti i diversi rappresentanti delle imprese hanno rimarcato in Italia:
- l’assenza di una normativa a sostegno delle Fintech, soprattutto l’esistenza di troppi vincoli burocratici che al momento rallentano e rendono più complesso il percorso di crescita delle aziende del settore;
- l’urgenza di una maggiore semplificazione regolamentare, anche in confronto ad altre esperienze europee (principalmente quella anglosassone);
- l’immediata necessità per il P2P Lending di una riforma legislativa e fiscale che liberi definitivamente questa nuova Asset Class, eliminando gli svantaggi oggi esistenti senza rinunciare alla trasparenza del mercato per i consumatori, come è già avvenuto negli altri paesi in Europa.
Il Fintech nel Mondo e in Italia
Secondo Goldman Sachs il settore del fintech conta oltre 1.300 imprese distribuite in 54 paesi. Dal 2010 al 2016 ha visto investiti oltre 130 miliardi di dollari, con un numero totale di oltre 5.000 deal che hanno generato nel 2016 un valore superiore agli 850 miliardi di dollari.
Goldman Sachs prevede inoltre che nei prossimi anni quasi 660 miliardi di dollari in investimenti potrebbero migrare dai tradizionali servizi alle nuove proposte di servizi finanziari operati attraverso piattaforme digitali innovative.
Un settore da non trascurare, dunque, tenendo anche conto del fatto che dal 2014 vanta tassi di crescita a doppia cifra.
Il Regno Unito, ed in particolare Londra, detiene il primato di nazione con il governo più attento alla crescita dell’ecosistema favorevole alle startup. Grazie a una alta propensione agli investimenti e soprattutto alla elevata attenzione alla formazione, il settore Fintech genera nel paese revenue per circa 20 miliardi di dollari l’anno e occupa oltre 61.000 addetti.
Anche in Italia è possibile comunque rilevare un trend crescente di investimenti, seppur in misura decisamente inferiore. Nel corso del 2015 ci sono stati investimenti pari 33 milioni di euro. Una cifra ovviamente meno impressionante di quella mondiale e marginale anche rispetto al resto d’Europa. Consideriamo però che gli investimenti totali nel nostro Paese sono quadruplicati rispetto al 2014. Nonostante l’Italia risulti dunque indietro nello sviluppo della finanza alternativa, il potenziale di crescita è enorme.
Secondo le stime emerse durante la presentazione del nuovo Fintech District, le aziende del Fintech nel nostro paese sono circa 150, con un valore generato vicino ai 50 milioni di Euro e una prospettiva occupazionale calcolata intorno alle 1.500 unità.
Insomma, l’industria finanziaria trova sempre maggiore attenzione, in particolare nel settore Fintech, caratterizzato da un maggiore fermento e una maggiore crescita. Un ecosistema favorevole a tutte le forme di investimento innovative, e sicuramente una buona notizia per i prestatori di denaro privati italiani. Nei prossimi anni infatti è facile immaginare che un maggiore interesse verso il settore porti a una semplificazione delle norme esistenti e alla creazione di un sistema più favorevole. Abbiamo visto come un primo segnale sia l’introduzione della ritenuta fissa sul P2P lending. Auguriamoci che ne seguano molti altri.
In conclusione, il Fintech District apre le porte al futuro
L’inaugurazione del Fintech District e la presenza di Istituzioni e Regolatori è stato un primo importante passo per cogliere i cambiamenti in atto nel mondo. L’apertura di un distretto finanziario è un’occasione irripetibile per cavalcare l’onda di un’innovazione che potrebbe portare, nei prossimi anni, a una vera e propria rivoluzione dei servizi finanziari, destinata a cambiare per sempre le abitudini delle persone ed il loro rapporto con il denaro, in cui PRESTIAMOCI vuole essere protagonista.
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