Ogni anno, dal 1969 ad oggi, viene assegnato il Premio Nobel per l’Economia. Una riconoscenza importantissima che, come tutti sanno, certifica l’impegno di scienziati e studiosi per migliorare le condizioni umane.
L’anno scorso, nel 2019, il Premio Nobel è stato assegnato a Esther Duflo, Abhijit Banerjee e Michael Kremer per l’approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale.
Esther Duflo, Premio Nobel per l’Economia
Esther Duflo (nata a Parigi il 25 ottobre 1972) è una economista francese, seconda donna insignita di un premio Nobel per l’economia e la persona più giovane ad aver mai ricevuto tale premio.
Chi è? Nasce a Parigi e la sua prima passione è la storia, che la porta a studiare a scrivere una tesi su come l’Unione Sovietica avesse usato i grandi cantieri per fare propaganda e come la propaganda, a sua volta, influenzasse i cantieri.
Dopo essersi laureata in storia ed economia, ha conseguito un master e un dottorato di ricerca al MIT. A soli 29 anni era giù professoressa associata, il membro più giovane della Princeton University.
Rivoluzionare l’economia con semplicità e concretezza.
Il premio Nobel è arrivato grazie al suo costante lavoro di ricerca economica per combattere la povertà con semplicità e concretezza.
“La povertà si può combattere, ma i modelli teorici non bastano. Lavoriamo sul campo”.
In diverse interviste Esther ha affermato di non sentirsi una Robin Hood moderna, ma di aver sempre sentito la necessità di fare qualcosa per gli altri.
“È un tema che fin da piccola mi sta a cuore. A scuola vendevo torte per sostenere alcune cause sociali. Ho sempre cercato di fare qualcosa di concreto. Quando ho scoperto l’economia, mi sono detta che era la mia chance di fare qualcosa.”
La dottoressa Duflo ha scelto di lavorare sull’osservazione empirica, perché è necessario cambiare il paradigma della ricerca economica: non più solo modella matematici o estrapolazione computerizzate. Il trio del Premio Nobel ha scelto di lasciare spazio all’osservazione sul campo, per comprendere concretamente i meccanismi che creano povertà e agire quindi di conseguenza. L’idea è essere utili nell’immediato.
Perché scegliere il metodo empirico? “Perché quando si creano i modelli teorici, anche se di ottima qualità, può capitare che manchi qualcosa. E ce ne si accorge solo quando si cerca di applicarli sul campo. Per semplificare si tende a eliminare dettagli, che poi risultano essere importanti, questo è il problema della politica economica: molto spesso si parte da idee astratte, senza sapere se saranno veramente efficaci in futuro. Da qui derivano poi piani, manovre e programmi che non funzionano come previsto e che impongono sprechi di denaro”.
Se ti vaccini, ti do un chilo di lenticchie
Tra i vari progetti che Eshter Duflo ha seguito e ideato negli anni, quello sicuramente che ci ha colpito di più è stato realizzato in Rajasthan.
Il governo non riusciva a migliorare il tasso di vaccinazione dei bambini: i genitori, per questioni di mentalità, non vaccinavano i propri figli perché non ritenevano che si trattasse di qualcosa di urgente.
Come risolvere la questione? In modo semplice e concreto: regalare un chilo di lenticchie a chi si presentava per effettuare i vaccini. Il tasso di vaccinazioni è triplicato.
Alcuni hanno obiettato che i costi aumentano, ma non è così. “La realtà è che diminuiscono. Per vaccinare i bambini serve infatti un infermiere, che va pagato. Si tratta in assoluto della voce di spesa più alta. E il costo marginale di tale lavoro scende enormemente se aumenta fortemente il numero di interventi nella stessa giornata. Il che permette di ottenere un risparmio, nonostante il costo delle lenticchie”.
Cosa si capisce da questo studio?
Esistono delle cosiddette “trappole di povertà”, che possono essere combattute puntando sugli obiettivi giusti. Molti pensano che aiutare finanziariamente i poveri non sia del tutto utile: falso. Quando si concede un po’ di denaro gli effetti possono essere due: nulli o positivi. Mai negativi. Concedere una piccola sicurezza economica fa sì che le persone si proiettino nel futuro.
Semplicità e concretezza al servizio dell’economia che, a sua volta, è al servizio di tutti.