Sui mercati è tornata la voglia di rischiare. E se, potendo, decidessimo di aprire una parte del portafoglio alla nuove forme «condivise» di investimento? Prestititraprivati, crowdfunding e, per i più abbienti, microcredito. I risultati potrebbero essere sorprendenti. Si parla di soluzioni molto diverse —dal prestito tra privati al crowdfunding, passando per il microcredito—accomunate però da un minimo comun denominatore: sono strumenti illiquidi. Adatti, quindi, a un investitore paziente, disposto ad attendere che l’investimento dia i frutti sperati e consapevole che il capitale impiegato potrebbe non essere disponibile per un periodo di 12, 24 mesi o anche oltre. Seguendo la regola aurea della diversificazione, pare ragionevole quindi destinare a queste forme d’investimento una quota marginare del portafoglio, nell’ordine del 5-10%delle risorse complessive, con rendimenti che però sono altamente al di sopra della media di mercato.