Nell’ultima settimana, in seguito all’invasione dell’Ucraina, la Russia ha ricevuto grosse sanzioni che hanno portato a definire gli asset russi “non investibili”.
La banca centrale russa e il Moscow Exchange hanno annunciato la chiusura della borsa di Mosca almeno fino a mercoledì 9 marzo (ultimi aggiornamenti). Le operazioni che si potranno effettuare riguardano solo il “Rimborso: ordini diretti”.
Anche in passato, a causa di molti conflitti, sono state numerose le borse che hanno dovuto interrompere gli scambi; un esempio tra tutti il NYSE e il London Stock Exchange dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001.
Cosa sta succedendo?
Prima della chiusura, i titoli russi hanno perso più del 90% del valore dopo l’eliminazione delle azioni da parte dei fornitori di indici azionari come il MSCI e il Ftse Russel.
Il London Stock Exchange ha sospeso, nella giornata di giovedì 3 marzo 2022, 27 società russe quotate presso la borsa di Londra. Non solo: BlackRock ha deciso di sospendere iShares MSCI Russia ETF e ha ricevuto una sospensione anche il VanEck Russia ETF (uno dei più grandi ETF che investe in azioni russe).
Il valore del Rublo si è dimezzato da inizio febbraio ad oggi: infatti è passato da 76,73 per dollaro a 137,75 (ultimo dato aggiornato al 7 marzo 2022).
Date queste condizioni, però, bisogna ricordare che il debito pubblico della Russia è del 17% circa, per cui, nonostante la potenza economica russa sia stata tagliata fuori dal mondo economico sotto tanti aspetti, appena riaprirà la borsa, Mosca ha dichiarato di voler intervenire a favore del mercato azionario per un totale di 10 milardi di dollari cercando dunque una correzione.
Cosa ne è stato del bottino di guerra?
Dal 2014, anno di annessione della Crimea, la banca russa ha accumulato delle riserve valutarie, con un valore quasi raddoppiato, per un totale di 630 miliardi di dollari, rispetto ai 368 di otto anni fa.
Questo accumulo, ovvero bottino di Guerra, ha permesso a Putin di proteggere il Rublo ma con un risultato inaspettato. Infatti, la metà delle riserve ammassate sono state depositate nelle banche straniere a cui ora la Russia non può accedere, causa restrizioni. I conti depositati sono stati congelati dal Giappone, Unione Europea e Stati Uniti, impedendo a Mosca l’accesso.
Stando agli ultimi aggiornamenti, la banca centrale russa può accedere alle riserve depositate in yuan cinesi, circa il 13%. Infatti, la Cina è per l’appunto uno dei paesi stranieri che non ha emesso restrizioni riguardo il conflitto Russia – Ucraina.
Come gestire i propri soldi in questo periodo di crisi?
Senz’altro il periodo non è dei migliori: l’aumento dei prezzi della benzina e la crisi del gas ci costringono a risparmiare il più possibile. Ciò nonostante, in questo periodo storico di forte crisi è sempre utile far fruttare i propri soldi e, conviene anche investire la maggior parte della propria liquidità perché porta diversi vantaggi, sia per il presente che per il futuro.
A riguardo di ciò, abbiamo scritto un articolo approfondito sull’argomento che trovate qui.
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