Si parla sempre più spesso di crowdfunding, lo strumento per finanziare non solo attività imprenditoriali in fase di start up ma anche l‘imprenditorialità sociale e cooperativa, il no profit, nonché le idee, i progetti e le iniziative promosse sia dai cittadini sia dalla Pubblica Amministrazione.
Un dato emerge tra tutti: il crowdfunding puo’ rappresentare la spinta iniziale per crescere, per dare un’opportunità di espressione, a tutti. Ed è per questo che l’obiettivo ultimo e più elevato diventa quello di sensibilizzare verso questo fenomeno, che potrà creare lavoro, occupazione,partecipazione, inclusione sociale. Un fenomeno che trae la sua forza dal capitale sociale, ovvero noi.
La globalizzazione, il progresso tecnologico hanno aperto un nuovo grande capitolo della storia, sempre più spesso descritto come “epoca della conoscenza”. La conoscenza diventa la materia prima trainante. E’ l’uomo al centro, non le tecnologie. E’ la dimensione sociale prima di quella tecnologica.
È la massa critica delle persone che utilizzano in modo consapevole le risorse che il mondo oggi sa offrire alla base di un nuovo futuro. Non sono le tecnologie non è Internet ma l’uso che ne sappiamo fare che rappresenta conoscenza condivisa, che, oltre a essere una base per favorire la partecipazione, è il fattore primario di sviluppo, assieme di crescita e inclusione sociale.
E i dati sul finanziamento dalla folla sono molto incoraggianti. Si pensi solo il crowdfunding ha avuto un giro di affari di 5 miliardi di dollari nel 2013 con tassi di crescita al 91%. Nel 2014 il crowdfunding ha creato 270,000 posti di lavoro nel mondo e ha iniettato 65 miliardi nell’economia globale.
Monete complementari e crowdfunding sono nuovi modelli economici figli dell’era della conoscenza che sta mettendo alle corde le banche. Il crowdfunding diventa così il nuovo mecenate che spodesta i canali tradizionali con impatti sociali, economici, culturali.
Oggi è imperativo progettare azioni di crowdfunding. Questo implica ripensare come comunicare la scienza, come stimolare l’innovazione e la cittadinanza partecipata, promuovendo nel contempo una rinnovata attenzione alle odierne sfide sociali. Il crowdfunding può essere un supporto per incentivare l’imprenditoria e la ricerca che, in questo particolare momento storico, è sollecitata da molti attori ma ancora deve trovare un adeguato posizionamento.
Il finanziamento dal basso, è il futuro perché non è come chiedere soldi in banca, dove sicuramente non sempre una buona idea, progetto, necessità puo’ trovare ascolto, e allora finisce che rimane in un cassetto. Con il crowdfunding si possono aprire i cassetti dove abbiamo riposto sogni, idee e progetti e tentare di realizzarli. Ed è per questo che l’obiettivo ultimo e più elevato diventa quello di sensibilizzare verso questo fenomeno, che sta creando lavoro, occupazione, partecipazione, inclusione sociale.
Il crowdfunding non è per pochi, si rivolge a chiunque: cittadini, Pubblica Amministrazione, Terzo Settore, Associazioni, Cooperative, No profits, Università, Start-up, Imprenditori.
E la cosa più importante è che i benefici non sono solo per chi ha un’idea e ha voglia di implementarla, ma anche per chi preferisce cogliere un’occasione semplicemente rendendosi partecipe per la sua realizzazione e quindi usufruendo alla fine dei benefici creatisi.
Ed è così che il crowdfunding diventa una risorsa per tutti, sia per chi cerca il finanziamento, sia per chi finanzia.
Dal lato del proponente il crowdfunding diventa il mezzo per raccogliere fondi di qualsiasi ammontare da destinare a progetti di qualsiasi natura attraverso modelli diversi: le donazioni, il modello reward basato sulle ricompense date ai benefattori in cambio dei loro finanziamenti, il modello del social lending per i micro crediti personali, come quello fornito da piattaforme accreditate come Prestiamoci, il modello equity per i progetti imprenditoriali di start up innovative, che sono piccole società di capitali (spa, srl o cooperative) italiane, da poco operative, impegnate in settori innovativi e tecnologici o a vocazione sociale.
Dal lato di chi ‘dona’ risorse finanziarie i benefici, oltre a quelli più emotivi del sentirsi protagonisti attivi del progetto (co-produttori di un film, di un libro, ecc.) o di una buona causa, ci sono ricompense tangibili come l’ottenimento del prodotto o servizio realizzati dal progetto piuttosto che altri ‘premi’ di qualsiasi tipo in base alla creatività del proponente nel caso del modello reward, gli interessi maturati nel caso del modello social lending, le partecipazioni azionarie nel modello equity. Infatti in questo ultimo caso tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa.
Walter Vassallo
Autore ‘Crowdfunding nell’Era della Conoscenza’, Franco Angeli