Il 2020 è stato un anno del tutto particolare, caratterizzato da molte teorie sulle conseguenze economiche dell’emergenza Coronavirus e sui relativi Lockdown.
In futuro sarà sicuramente interessante parlare di tutte queste ipotesi, oggi, invece, parliamo della teoria delle aste che ha valso il Premio Nobel per l’Economia 2020 a Paul Milgrom e Robert Wilson.
Il Premio Nobel per l’Economia 2020
L’Accademia reale svedese delle Scienze ha assegnato a Paul Milgrom e Robert Wilson il Premio Nobel per l’Economia 2020 per l’impegno nella teoria delle aste e l’invenzione di nuovi format delle aste.
Cosa c’entra la teoria delle aste con il Premio Nobel?
Solitamente si conferisce il Premio Nobel per premiare quei progetti che vanno nella direzione di creare sistemi economici più equi.
I due scienziati, infatti, hanno studiato come funzionano i meccanismi d’asta e ne hanno ideati nuovi per vendere beni e servizi difficilmente commercializzabili.
Cosa significa?
Quando pensiamo alle aste, pensiamo subito alla pratica di comprare e vendere preziosi oggetti d’arte o antiquariato, in realtà i risultati delle aste hanno ricadute molto più vicine alla nostra quotidianità di quanto si pensi.
Ad esempio, i prezzi flessibili dell’elettricità (che influenza il costo delle bollette) sono determinati da aste regionali. La copertura della linea mobile dipende dalle frequenze radio che gli operatori hanno acquistato all’asta.
Per capire le motivazioni che hanno spinto ad assegnare il premio nobel a Milgrom e Wilson dobbiamo prima analizzare i meccanismi delle aste, che si basano su tre fattori.
Tipologia dell’asta: Come si caratterizza l’asta? Le offerte sono aperte o chiuse? Quante offerte possono essere fatte da ogni partecipante?
Oggetto dell’asta: ha valore assoluto o un valore che cambia per ogni offerente?
Incertezza: Quali sono le informazioni date ad ogni offerente?
Capire quale sia il miglior meccanismo d’asta è importante per il bene pubblico. Da un lato ci sono i venditori privati che hanno come interesse quello di ricavare il massimo dalla vendita, dall’altro i venditori pubblici hanno interessi più ampi (solitamente), incluso quello di vendere a chi può garantire benefici a lungo termine per la società.
Robert Wilson ha però ideato una serie di criteri per analizzare le aste di beni, servizi e proprietà caratterizzate da un valore comune. Chi vuole acquistare tende a proporre un’offerta più bassa rispetto alla sua migliore stima del valore del bene per evitare un “cattivo affare” nel caso gli altri non facessero abbastanza offerte. In situazioni di maggiore incertezza, chi propone l’offerta cerca di essere più cauto e il prezzo d’acquisto finale sarà più basso. Se poi gli offerenti hanno informazioni diverse tra loro, chi ha meno informazioni tenderà a proporre prezzi ancora più bassi o si asterrà dal partecipare del tutto.
Paul Milgrom ha formulato, invece, una teoria più generale sul meccanismo d’asta comprendendo anche le vendite di beni con valori privati (che cambiano quindi da un acquirente all’altro), dimostrando che un meccanismo d’asta concede al venditore un guadagno più alto quando gli offerenti hanno più informazioni. Milgrom e Wilson hanno lavorato insieme per ideare nuovi meccanismi d’asta per vendere più oggetti o servizi non collegati tra loro simultaneamente, immedesimandosi in un venditore che sia motivato da un generale benessere della società.