Ecco come sarebbero tassati gli interessi dei Prestatori, secondo la proposta di legge 3564 sulla Sharing Economy.
Finalmente qualcuno si è posto il problema del trattamento fiscale per i proventi dell’economia della condivisione.
Oltre a Bla Bla car, Gnammo e Airbnb, tra i destinatari del disegno di legge, c’è anche il P2P lending (inserito tra le piattaforme di Crowdfunding, senza distinzioni fra equity e debito).
Differenze nella regolamentazione tra sharing economy e p2p lending
Come suggerito dalle cronache, regolamentare la sharing economy può essere molto complesso.
Dalla guerra tra Uber e i tassisti, al caso di Gnammo, che dovrà chiarire la differenza fra l’home restaurant e le cene (a pagamento e saltuarie) nelle case dei suoi utenti, gli esempi di quanta confusione ci sia sono davvero molti.
Per questo, la proposta di legge 3564 rafforza il quadro normativo per le attività in settori non regolamentati. Ma questo è un aspetto meno rilevante per Prestiamoci.
Perché siamo vigilati da Banca D’Italia, autorizzati come finanziaria e Istituto di Pagamento: operiamo in un contesto ampiamente regolamentato.
Il progetto di legge 3564
È stato presentato alla Camera il 2 marzo e vuole disciplinare “le piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi», «promuovere l’economia della condivisione» e definire «strumenti atti a garantire la trasparenza, l’equità fiscale, la leale concorrenza e la tutela dei consumatori».
Prevede che i pagamenti debbano essere unicamente digitali (come già avviene su prestiamoci.it).
Tra gli articoli più importanti il n°5: quello che parla di fiscalità, tema fondamentale per la determinazione dei rendimenti netti dei nostri prestatori.
Chiede un’aliquota fissa al 10% su tutte le transazioni.
E il marketplace agirebbe da sostituto d’imposta.
Significa che Prestiamoci tratterrebbe il 10% degli interessi generati dai Prestatori, per poi versarli all’erario.
Questa proposta di legge (bipartisan) fissa una soglia a 10 mila euro
chi sta sotto
«svolge una micro-attività non professionale ad integrazione del reddito» e pagherebbe il 10% con la formula della cedolare secca.
chi sta sopra
«opera a livello professionale o imprenditoriale a tutti gli effetti» e verserebbe l’aliquota marginale, corrispondente al cumulo con gli altri redditi.
Il progetto di legge 3564 rimarrà online fino al 16 maggio 2016: potete leggerlo per intero e commentare i singoli articoli.
L’attuale Tassazione degli interessi, nel prestito tra privati.
La normativa vigente impone che i proventi derivanti dalla partecipazione alle attività P2P lending, siano tassati secondo l’aliquota marginale (in sede di dichiarazione dei redditi).
Così, a differenza di altre forme d’investimento, la pressione fiscale è diversa a seconda del reddito complessivo del singolo prestatore. Ed è diverso anche il modo in cui viene applicata la tassazione.
Le opzioni sono due, a seconda che la trattenuta sia o meno effettuata alla fonte. In entrambi i casi la cifra che dovrà essere versata all’erario sarà la stessa.
Nel primo caso, in cui si applica la ritenuta d’acconto (26%), la tassazione avviene quando le somme vengono accreditate sul conto del prestatore nella piattaforma di peer to peer lending.
Poi l’amministrazione verifica la corretta riconciliazione fra acconto di imposta (comunicato dal sostituto di imposta) e il saldo in dichiarazione dei redditi, determinato in base all’aliquota marginale.
Nel caso in cui l’aliquota marginale sia inferiore al 26%, l’utente dovrà recuperare dal fisco la parte versata in più (perché si troverebbe ad aver pagato delle imposte non dovute).
Nel secondo caso (quello di Prestiamoci) sarà l’utente ad inserire nella propria dichiarazione dei redditi, gli importi guadagnati dagli interessi che saranno tassati in base all’aliquota marginale del proprio scaglione Irpef.
Così il Prestatore incasserà mensilmente gli interessi e verserà le imposte all’erario con la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo.
Approfondisci come funzionano rendimento e tassazione su Prestiamoci
Esempio di tassazione degli interessi nel P2P Lending
Per una comprensione più semplice dell’attuale sistema di tassazione degli interessi percepiti nei prestiti tra privati, abbiamo creato questa tabella che evidenzia, per ogni scaglione di reddito, l’aliquota di riferimento, l’ammontare investito, il rendimento lordo, l’imposta e il rendimento netto finale.
Scaglioni di reddito IRPEF Persone Fisiche (Euro) | Aliquota % | Investimento (Euro) | Rendimento Lordo (Euro) | Imposta (Euro) | Rendimento Netto (Euro) |
0 – 15.000 | 23% | 100,00 | 7,00 | 1,61 | 5,39 |
15.001 – 28.000 | 27% | 100,00 | 7,00 | 1,89 | 5,11 |
28.001 – 55.000 | 38% | 100,00 | 7,00 | 2,66 | 4,34 |
55.001 – 75.000 | 41% | 100,00 | 7,00 | 2,87 | 4,13 |
Oltre 75.000 | 43% | 100,00 | 7,00 | 3,01 | 3,99 |
Vediamo come all’aumentare del reddito del prestatore, il rendimento netto si riduca (pur rimanendo superiore a quello di BTP, Conto Deposito e obbligazioni societarie).
Per questo, molte coppie e famiglie intestano l’investimento alla persona soggetta all’aliquota meno elevata.
Per le Persone Giuridiche la tassazione rientra nei parametri della Legge fiscale.
Con la nuova proposta di legge, cosa cambierebbe per chi investe nei prestiti fra privati?
Per i Prestatori con interessi annui inferiori a 10.000 €, l’aliquota verrebbe portata al 10% e Prestiamoci applicherebbe una trattenuta alla fonte, a titolo definitivo.
Questo consentirebbe ai nostri Prestatori di muoversi in un contesto chiaro, senza preoccuparsi di dover riportare tali proventi nella dichiarazione dei redditi.
I vantaggi sarebbero evidenti per tutte le parti coinvolte:
- Gli investitori potrebbero contare su un sistema di tassazione semplice e predefinita. E l’aliquota al 10% renderebbe l’investimento particolarmente vantaggioso.
- I Richiedenti avrebbero maggiore disponibilità di risorse. Così aumenterebbe le possibilità di accesso al credito per chi richiede prestiti personali.
- Il Fisco, che attualmente fatica ad intercettare i proventi derivanti dalla sharing economy, riceverebbe un gettito stabile (grazie alla ritenuta alla fonte del 10% a titolo definitivo).
Per i Prestatori e i Richiedenti di Prestiamoci è importante che questa proposta diventi legge.
Più in generale auspichiamo che vengano poste in essere soluzioni semplici e ragionevoli come: la tassazione fissa, trattenute direttamente alla fonte a titolo definitivo, la piattaforma come sostituto d’imposta.